Kim Slater

immagine per Kim Slater In concorso con:
Smart, Il Castoro

Kim Slater ha affinato le sue capacità di scrittura da ragazzina, scrivendo racconti di paura per spaventare suo fratello minore.
 Vive a Nottingham con il compagno e la figlia. Smart è il suo romanzo d’esordio.

Intervista all’autrice

Ti ricordi qual è stato il primo libro che hai letto?
Il primissimo libro che ho letto per piacere è stata probabilmente la serie di Enid Blyton Famous Five. Ho amato molto anche Il leone, la Strega e l’armadio di C.S. Lewis.

Perché e quando hai deciso di scrivere un libro per ragazzi?
Ho scoperto da molto giovane di voler essere un’autrice ma ho atteso molti anni la prima pubblicazione, ero principalmente scrittrice “Crime”. Sono tornata a studiare all’università a 40 anni e mentre frequentavo un master in “Scrittura creativa” ho scelto un modulo chiamato “Scrivere per bambini e young adults”.
È stato allora che ho realizzato per la prima volta che mi divertivo a scrivere per i ragazzi. Smart, il mio primo romanzo per “Young adults” ha preso vita da un racconto scritto per il corso che seguivo.

Ci sono degli autori o un autore in particolare che hanno influenzato il tuo lavoro di scrittore?
Enid Blyton, C. S. Lewis and George Macdonald hanno influenzato molto la mia scrittura per ragazzi perché sono gli autori che ho amato da bambina.

Raccontaci in breve una giornata tipo di quando scrivi.
Lavoro in una stanza piccola nel nostro appartamento carino e confortevole! Preferisco scrivere di mattina se riesco. A volte, se le parole scorrono, lavoro tutto il giorno. Altre volte lavoro di mattina e di pomeriggio esco con mio marito, a volte invece mi prendo tutta la giornata libera (in realtà non così spesso!). Preferisco scrivere tutti i giorni, anche durante le vacanze, ovviamente per un tempo più breve.
È così facile venire completamente assorbiti dalla scrittura del libro a cui si sta lavorando. Poi realizzo all’improvviso che non sono uscita fuori, nel “mondo reale”, per un paio di giorni! È importante provare a mantenere un equilibrio, io ci provo.

Cosa ti piacerebbe che pensassero i lettori una volta terminato il tuo libro?
Vorrei che i miei lettori pensassero ai miei libri per un attimo dopo che l’hanno terminato. Vorrei che pensassero ai personaggi, perché si spera che sembrino reali, e vorrei che considerassero qualcuno dei temi difficili che esploro nei miei libri per un po’ di tempo dopo la fine della storia.

Che cosa consiglieresti a un tuo lettore che volesse scrivere un libro?
Vorrei suggerire innanzitutto di SCRIVERE il più possibile. Di non farlo solo a scuola come dovere ma per divertimento. Li incoraggerei a LEGGERE il più possibile e a leggere come fa uno scrittore: se in una storia qualcosa ti fa spaventare o ti rende teso o triste, vedi se riesci ad analizzare cosa ha fatto lo scrittore per farti sentire in quell modo. Infine, direi loro di partecipare a quanti più concorsi possibili. Essere finalisti o vincitori aiuta ad accrescere la fiducia in sé stessi e a incoraggiare ad andare avanti.

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