Sotto falso nome

immagine per Sotto falso nome Autore: Stefano Simoncelli 
Titolo: Sotto falso nome
Editore: Pequod

Presentato da Elisa Donzelli

La «feroce grazia» delle poesie di abbandono che Stefano Simoncelli ci offre nel suo ultimo libro, Sotto falso nome si trova tutto nel racconto di un tempo imminente nella memoria: i poeti conosciuti e amati, il padre, la madre, e soprattutto la compagna di una vita, morta ma presenza costante, là, che lo attende, che dà un senso all’esistenza anche nella sua assenza. Il poeta, assorbito in luoghi reali dove predomina la nebbia che viene dal mare (la natia Cesenatico, la sua Cesena) e sotto falso nome, come se appunto non avesse identità, con «una grazia per così dire interiore», riduce il mondo e ce lo ripropone con una speciale nuova evidenza, un nitore fortissimo. Il lutto inconsolabile, le ossessioni del passato e del presente, la memoria affievolita, la forza del ricordo, la stessa riduzione dell’io senza anagrafe a favore della narrazione dell’altro/altra non è un gioco delle parti, anzi, è il modo con cui Simoncelli mette in gioco l’amore, terreno e sacro, mondano e possibile, irrinunciabile.

Motivazione del Comitato scientifico
Nel suo libro di versi più coraggiosamente esposto all’idea della vita che finisce, Stefano Simoncelli inscena un’autentica, personalissima, svestizione dell’Io rimasto solo nella casa, più spesso nella stanza, in cui per anni è trascorso felice l’amore coniugale. In uno spazio circoscritto e familiare, che in calce ai testi è quasi solo Cesenatico o Cesena e dintorni, la voce sembra perdere le coordinate del tempo, persino la differenza tra le stagioni come se, per uno scherzo del destino, l’inverno potesse scambiarsi di posizione con la primavera e l’estate. Proprio come accade – per originale intuizione – al poeta sopravvissuto in domicili tappezzati dalle ombre degli affetti perduti. La soluzione per Simoncelli, che scrive questo libro quasi come se fosse il suo ultimo, è la resa, ma arrendersi pare solo un’ipotesi di fragilità: sparire e ridurre le tracce della propria presenza negli spazi della vita quotidiana significa farsi più piccoli di prima per tentare ciò che è impossibile: ridare ampiezza, colore, soglia a chi non c’è più. Spoliazione e sparizione di un soggetto lirico che, a differenza dei libri precedenti dell’autore, sceglie per rinnovata immaginazione e per volontà di «mimetizzarsi poco alla volta sul muro fino a diventare calce, polvere di stucco, crepa e scomparire».

Elisa Donzelli


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